Emoji nelle email: sì, no, dove, come, quando, perché? 🤓

Emoji nelle email:

Ne sentiamo parlare spesso e tutti, quotidianamente, li usiamo nelle più svariate maniere, principalmente attraverso i nostri smartphone.

Ma, esattamente, cosa sono gli emoji e cos’è l’emoji marketing?

Si tratta, nel dettaglio, di un’enorme serie di simboli pittografici raffiguranti ogni genere di oggetto (da treni, a aerei, a animali, a faccine, a cuoricini) creati per esprimere concetti, relazioni ed emozioni.

Nati intorno al 1997 e diventati famosi a partire dal Giappone, ricoprono attualmente un ruolo di rilievo anche nell’ambito dell’email marketing.

Esploriamo insieme come gli emoji, o emoticon, si prestano alla comunicazione digitale e alle newsletter.

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EMOJI POWER

Una marcia in più nel canale email 💪

In poco più di dieci anni dalla loro creazione, questi piccoli pittogrammi sono divenuti famosissimi e completamente sdoganati. Il significato di ognuno di essi è stato talmente interiorizzato da chi utilizza internet, che si può parlare di un vero e proprio linguaggio simbolico.

Tuttavia, come abbiamo accennato, nonostante l’apparenza smart, questi simboli non sono entrati a far parte unicamente del tempo libero o della sfera più ludica del web, bensì rappresentano da tempo dei veri e propri strumenti di marketing.

Se da un lato, a molti sorge il dubbio legittimo che un utilizzo fuori luogo di questi strumenti possa far perdere professionalità alle proprie comunicazioni, dall’altro, la loro estrema diffusione, si può dire, abbia ridimensionato drasticamente questo problema, grazie alla completa integrazione degli emoji nel nostro quotidiano.

Ma come è meglio utilizzare questi pittogrammi, se l’obiettivo è quello di massimizzare il coinvolgimento degli utenti? Come è possibile condurli ad aprire le e-mail ricevute, senza sfociare nella leggerezza e nella scarsa professionalità?

In questo articolo tratteremo proprio questo aspetto, iniziando dai plus assoluti riscontrati nel loro utilizzo.


Secondo i dati Unicode (ottobre 2019) gli emoji più utilizzati in tutti i canali sono:

  1. 😂
  2. ❤️
  3. 😍
  4. 🤣
  5. 😊
  6. 🙏 
  7. 💕
  8. 😭
  9. 😘
  10. 👍

 

INIZIAMO CON I PRO

Emoji ed email marketing: i vantaggi 🉐

Vediamo insieme i principali motivi per i quali integrare gli emoji nell’email marketing è una scelta vincente.

1. Aiutano le tue mail ad emergere nella casella di posta elettronica del target prescelto

Ebbene sì, i simboli colorati invitano certamente gli occhi del lettore a soffermarsi per un istante sulla tua comunicazione: quel brevissimo lasso di tempo può rivelarsi decisivo per generare curiosità e coinvolgimento. Le statistiche rivelano che utilizzare un emoji pertinente nell’oggetto di una newsletter aumenta il tasso di apertura di circa il 25%.

2. Consentono di utilizzare meno parole nell’oggetto

Certamente, la presenza di un simbolo esplicativo permette di comunicare in maniera migliore e più diretta un messaggio, rendendo a volte superfluo l’utilizzo di troppi termini testuali. Il risparmio di spazio nella riga dell’oggetto è un plus davvero prezioso, se consideriamo che la grande maggioranza dei dispositivi mobili, con i quali quotidianamente controlliamo l’email, consente la visualizzazione di circa trenta caratteri.


Cher regina degli emoji

La cantante Cher, tra le altre cose, è nota per il suo speciale e quasi ossessivo utilizzo degli emoji su Twitter. Tra le caratteristiche della sua scrittura c’è l’utilizzo dei segni di punteggiatura sotto forma di emoji ❗❓, quello del 💋 nel finale, e quello del 🚽 per riferirsi a Donald Trump.

Uno stile decisamente bold!


 

HOW TO

Emoji nelle email: suggerimenti pratici 🔦

Come abbiamo visto, l’utilizzo di Emoji nell’email marketing ha dei vantaggi. Tuttavia, bisogna tenere presente alcuni fattori, affinché la strategia messa in atto sia realmente produttiva.

🔶 Generalmente è poco consigliabile un utilizzo eccessivo di emoji. Usare frequentemente gli emoji nelle e-mail può infastidire i lettori e spingerli a cancellare i messaggi senza nemmeno averli aperti, scambiandoli per spam. Il simbolo scelto deve essere estremamente pertinente all’iniziativa o al tuo brand e dosato con parsimonia. Il nostro consiglio è che l’emoji scelto sia strettamente connesso all’oggetto stesso.

🔶 È sempre meglio fare un test prima di estendere l’utilizzo di emoji a tutta la lista di iscritti: per esempio, è possibile proporre lo stesso messaggio differenziando l’oggetto dell’e-mail, per estrarre le relative statistiche e determinare in quale modo la presenza dell’emoji ha influenzato il raggiungimento dei tuoi obiettivi.

🔶 È essenziale sapere con certezza come gli emoji verranno visualizzati dai vari dispositivi. Può accadere infatti che non vengano supportati o vengano visualizzati in modi diversi, in questo caso includerli può rappresentare un errore. Il nostro consiglio è quello di dare vita ad una lista da testare, che includa account di diversi client e dispositivi mobili.

🔶 Per assicurarvi una corretta visualizzazione è bene includere l’emoji nei primi 30 caratteri della frase dell’ oggetto dell’email. Questa accortezza farà sì che vengano inclusi anche gli smartphone.

🔶 È bene ricercare gli emoji più adatti a comunicare il tuo business e creare un piccolo archivio al quale accedere all’occorrenza. Per distinguerti dai tuoi competitor, sii creativo e cerca di andare oltre i soliti schemi, tuttavia assicurati che i pittogrammi scelti siano comprensibili e facilmente decodificabili dal tuo target.


emojitracker

Per gli appassionati di emoji il sito emojitracker.com rivela in tempo reale quali emoji vengono usati su Twitter. Lo so, noi siamo più interessati alle email, ma è comunque interessante e ipnotico seguire in tempo reale la crescita e il declino di un emoji. Provare per credere!


 

 

emoji più usati nell'oggetto delle email

A OGNUNO IL SUO

Come utilizzare al meglio gli Emoji nell’oggetto di una email 📣

Abbiamo appena spiegato come l’utilizzo degli emoji può essere vantaggioso a livello di marketing e come ci siano tanti fattori ai quali prestare attenzione, specialmente se l’intenzione è quella di intervenire sull’oggetto della nostra e-mail.

L’aspetto della pertinenza nella scelta merita un discorso a parte e approfondito.

Quando si sceglie di inserire un emoji nell’oggetto di una email è infatti necessario prestare particolare attenzione al contesto e soprattutto al target al quale ci rivolgiamo.

Gli emoji, infatti, non sono adatti a tutti i segmenti di mercato e al relativo pubblico. Un utilizzo inappropriato dei pittogrammi sopracitati può rivelarsi assolutamente controproducente, danneggiando notevolmente i tassi di apertura medi di una newsletter.

Un esempio esaustivo è rappresentato da e-mail provenienti da banche e istituti di credito, strettamente connessi a tematiche delicate e legate imprescindibilmente alla necessità di apparire seri, affidabili e professionali. In questo caso, la presenza di un emoji nell’oggetto del messaggio può rivelarsi altamente deleteria.

È bene considerare, comunque, che esistono emoji trendy e smart ma anche versioni più serie e professionali: il simbolo del copyright per esempio ©, è disponibile come emoji e certamente non farà perdere di professionalità la vostra newsletter. La puntina da disegno 📌è un altro ottimo esempio di emoji adatto ad utilizzi professionali, può infatti indicare un appuntamento, un evento o qualcos’altro di importante da annotarsi.

Oltre alla pertinenza, l’efficacia di un emoji nell’oggetto di una email è massima se è in grado di trasmettere un’emozione: ciò renderà evidente il tone of voice della vostra comunicazione e creerà empatia con il destinatario. Enfatizzare un’idea, trasmettere entusiasmo, darà una marcia in più alla vostra e-mail e convincerà il lettore dell’importanza di quanto state annunciando.


In conclusione, come abbiamo visto, gli emoji oltre a dare colore e mettere in evidenza le e-mail, sono in grado di creare coinvolgimento presso il pubblico, ottimizzando il messaggio che intendi veicolare. L’essenziale è usare questo sistema con parsimonia e in maniera pertinente.

È giusto sperimentare e usare un po’ di creatività per emergere rispetto ai competitor, la parola chiave in questo caso è sempre “testare” e raccogliere evidenze, per poi aggiustare il tiro e allargare a tutto il target la tua strategia di email marketing.


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